La Storia

Data di pubblicazione:
13 Gennaio 2021
La Storia

Secondo la tradizione, Orroli è stato fondato nel XII secolo circa da una famiglia di porcari provenienti dall’Iglesiente che costruì la propria dimora nella zona più alta del paese, attualmente denominata “San Nicola”. Gli abitanti del piccolo villaggio, per sfuggire a un’epidemia di peste che stava decimando la popolazione, avrebbero invocato San Nicola affinché gli facesse la grazia della salvezza e gli avrebbero dedicato la chiesa omonima.
 Nonostante ciò che tramanda la tradizione, le origini del paese vanno ricercate in tempi ben più remoti: le testimonianze archeologiche infatti dimostrano insediamenti umani nel territorio orrolese fin dal neolitico, 2600 a. C.: Domus de Janas, antiche necropoli, circa trenta nuraghi sparsi nel territorio del paese. Alle ultime fasi del neolitico si sovrappone gradualmente l’età dei nuraghi, 1500-238 a. C.: ne sono testimonianza circa trenta nuraghi che presentano sia formule architettoniche semplici (come ad esempio il nuraghe San Nicola, all’interno del centro abitato) sia formule più complesse come il pentalobato Nuraghe Arrubiu. A poca distanza dal Nuraghe Arrubiu è  stato rinvenuto inoltre il villaggio nuragico Su Putzu, composto da un centinaio di capanne che attorniano un tempio a pozzo, esattamente Su Putzu.
La civiltà nuragica venne poi messa in crisi dalle invasioni fenice, cartaginesi e non ultime, romane:  nel territorio sono state infatti rinvenute testimonianze di insediamento fenicio-cartaginesi e romane, che popolarono anche zone del territorio prima non abitate.
Come nel resto della Sardegna, è lecito supporre che anche il territorio orrolese abbia assistito all’introduzione della religione cristiana nel II-III secolo a. C. a seguito delle deportazioni dei condannati dall’impero romano; non ci sono testimonianze precise sull’introduzione del culto a Orroli ma la toponomastica del territorio mostra diverse zone dedicate a santi cristiani: località San Marco, Santo Stefano, Santa Susanna, San Nicola.
Il periodo medievale riscontra un abbandono degli insediamenti rurali e la creazione di stanziamenti urbani: è possibile che Orroli di cui parla la tradizione, sia proprio il risultato di questo spopolamenti rurale a favore di un insediamento urbano nella zona più alta del paese, detta  San Nicola. La configurazione originaria del tracciato urbanistico mette in evidenza un centro urbano, Orroli costituito da diversi nuclei  distinti per localizzazione territoriale, per usi e costumi.
Intorno al X secolo Orroli apparteneva al giudicato Cagliari e alla curatoria di Siurgus, a  seguito della caduta del giudicato di Cagliari sotto il dominio dei Pisani, anche la curatoria di cui Orroli vide la comparsa di insediamenti pisani nei suoi territori: a Orroli, i pisani si stabilirono quasi certamente di fronte alle attuali scuole elementari, in un territorio allora disabitato e denominato poi Su xinau de is pisanus.
Nel 1324 gli aragonesi conquistarono la Sardegna e introdussero un nuovo ordinamento politico, economico, sociale: il feudalesimo; nel 1332 la villa di Orroli venne concessa in feudo dal re Alfonso IV d’Aragona a Goffredo Gilaberto Cruilles, insieme alle ville di Goni, Gesturi e Sanluri. Successivamente all’estinzione della famiglia Cruilles, Orroli venne data in feudo, insieme  a Mandas, Gergei, Nurri, Serri, ecc a Giovanni Carroz, nel 1355. Successivamente, Orroli passò da un feudatario all’altro fino a quando, nel 1604 Orroli entra a far parte del Ducato di Mandas, sotto la famiglia dei Tellez Giron.
Nel 1720, a coclusione della guerra di successione spagnola, la Sardegna passò sotto il dominio sabaudo: non ci sono testimonianze di come il paese reagì a tale passaggio, ma si pensa che a Orroli, come negli altri centri rurali e interni dell’isola i cambiamenti siano stati bene pochi: il periodo medievale aveva ormai favorito un organizzazione economica e sociale stratificata: da un lato i ceti privilegiati, nobili e cavalieri anche se in numero molto esiguo, e dall’altra la maggioranza della popolazione. Accanto a nobili e cavalieri, si trovavano poi gli ecclesiastici, anch’essi beneficiari di privilegi. Nel 1710  venne conferito il cavalierato a Giovanni Agostino de Muro.
Nel periodo che va dal 1720 al 1848, il territorio vide gli scontri tra Orrolesi e Mandaresi per il controllo delle terre denominate Cea-Mulargia: il noto combattimento Su xert’e cea, vede gli esigui pastori e agricoltori orrolesi vincere contro gli armati mandaresi con la sola forza delle uniche armi che avevano a disposizione: pale e bastoni utilizzati per il lavoro nei campi.
Altre contestazioni territoriali videro protagonisti i territori di Minda, contesi con il paese di Escalaplano dal 1750 al 1848, e la zona di Pran’e Muru contesa con il paese di Nurri, questi ultimi scontri si conclusero nel 1841.
Nel 1836, il re Carlo Alberto di Savoia abolisce il feudalesimo, Orroli passò alla provincia di Cagliari, circondario di Lanusei.[3]
Nei periodi successivi, come è normale che sia, la storia del paese si interseca con la ben nota storia nazionale e internazionale.
Durante la prima guerra mondiale, nonostante i combattimenti non arrivarono alle porte del paese, gli abitanti subirono la guerra mandando al fronte i loro uomini, molti di essi non tornarono, vennero dichiarati dispersi o caddero in battagli; i superstiti furono dichiarati Cavalieri di Vittorio Veneto e decorati al valori militare.
il secondo conflitto mondiale, oltre a portare gli uomini orrolesi a combattere, portò un altro fenomeno degno di nota: Orroli ospitò gli sfollati che venivano a rifugiarsi nelle zone dell’interno dalla città di Cagliari, per sfuggire ai bombardamenti.
Le testimonianze riguardo la cospicua presenza di sfollati nel territorio Orrolese, è facilmente reperibile dai documenti d’archivio riguardanti il periodo 1943-1945: troviamo infatti liste riguardanti pane e sussidi vari che il comune diede agli sfollati bisognosi, mese per mese, in cui vengono riportati i nomi e cognomi degli sfollati cagliaritani e atti di pagamento di  lavoro straordinario per "l'emergenza sfollati" ai dipendenti. Il numero di sfollati viene approssimativamente indicato in 1400. Altrove, in un documento riguardante l'assunzione di uno sfollato come impiegato comunale straordinario, il numero viene indicato in 1600.

 

Ultimo aggiornamento

Mercoledi 13 Gennaio 2021